Social Log
«Social Log sono le famiglie, sono gli anziani, sono i bambini, sono gli infermi, sono chi oggi subisce la crisi e non vuole rimanere a guardare nella propria situazione di disperazione e di solitudine ma vuole iniziare a pretendere i diritti che gli spettano.»
[Luca Simoni, militante Social Log]
Social Log è un movimento per il diritto alla casa attivo sul territorio di Bologna.
Nato nell'autunno 2013, conta al suo interno numerosi attivisti, per lo più giovani universitari, che si occupano di fornire risposte alternative all'emergenza abitativa che affligge la città.
Le sue attività si articolano in manifestazioni e cortei per il diritto alla casa, organizzazione di picchetti antisfratto e occupazioni abitative di stabili vuoti da tempo al fine di trovare una sistemazione, seppur precaria e temporanea, a chi non ha un posto in cui andare.
Il palazzo occupato in via De Maria, inoltre, è stato un importante punto di riferimento per chiunque volesse contribuire alla raccolta di beni di prima necessità per gli abitanti delle zone colpite dal sisma del 24 agosto.
Il fulcro della sua attività è però rappresentato dallo sportello per il diritto all'abitare, aperto due giorni alla settimana (martedì dalle 18.00 alle 20.00 e sabato dalle 10.00 alle 12.00), cui possono rivolgersi tutti, individui o famiglie già senza casa o sottoposti a sfratto imminente.
Collocato per 3 anni in viale Masini, in uno spazio sfitto dal 2009 e occupato da Social Log nel 2013, lo sportello è stato sgomberato il 17 marzo 2016, e da allora ha cambiato posizione diverse volte, cercando comunque sempre di mantenere una presenza costante, sebbene precaria, e di rimanere un punto di riferimento raggiungibile per tutti.
All'interno delle realtà di occupazione c'è posto per tutti, e le dinamiche che vengono a svilupparsi sono le più svariate, così come le storie di coloro che vi abitano e le situazioni che li hanno condotti a intraprendere questo percorso.
Non è tuttavia difficile immaginare che realtà del genere non possano durare in eterno. Le possibilità che situazioni di occupazione possano sfociare in accordi o divenire legali tramite convenzioni o mediazioni con la proprietà sono poche, e la maggior parte delle volte la conclusione del percorso porta con sé l'ombra di uno sgombero.
Diversi infatti sono stati gli sgomberi con cui il movimento ha dovuto avere a che fare, a partire dall'ex Telecom fino ai due più recenti, uno avvenuto il 12 luglio nello stabile di via Mura di Porta Galliera, in cui vivevano circa 10 famiglie, tra cui quella di Aldo, 11 bambini e 3 donne incinte, e l'altro avvenuto l'11 ottobre nella palazzina in via Mario de Maria.