Lo sgombero

Eticamente corretta a seconda delle circostanze, tollerata o meno da proprietari e pubbliche amministrazioni, l'occupazione abitativa è una pratica che non rientra nei confini della legalità.

Ciò significa che la sua concretizzazione è direttamente collegata alla commissione di uno o più reati e, di conseguenza, può accadere che prima o poi gli abitanti di un edificio (pubblico o meno) occupato si trovino a dover fronteggiare il cosiddetto sgombero.

Ma come funziona esattamente uno sgombero? Da chi viene eseguito? Come vengono gestiti eventuali episodi di scontro? Esiste una sorta di obiezione di coscienza per quanto riguarda le forze dell'ordine che devono eseguire questa pratica?

Il Segretario Nazionale dell'Unione Generale Lavoratori della Polizia di Stato, Gianni Pollastri, chiarisce tutti questi aspetti raccontandoci "l'altra parte" dello sgombero.




In tanti poi si chiedono quanto possa arrivare a costare una procedura così complessa, che non si esaurisce solamente nello sgombero in sé, ma comporta la necessità di reperire soluzioni abitative anche temporanee per tutti gli occupanti, soprattutto per quelli con minori a carico.

In alcune circostanze di occupazione, il gruppo di riferimento ha cercato più volte di regolarizzare la presenza degli occupanti all'interno di un edificio che, si sapeva, una volta sgomberato sarebbe rimasto vuoto, deteriorandosi ulteriormente e rendendosi sempre più inagibile per un utilizzo futuro.

È il caso dell'ex Telecom, occupato da Social Log, come quello dello stabile in via Irnerio 13, da A.S.I.A. USB, tuttavia i loro tentativi sono stati vani e alla fine gli edifici sono stati sgomberati.

Allora la domanda sorge spontanea: costa più uno sgombero con tutto ciò che ne consegue oppure la messa in campo di un progetto finalizzato alla regolarizzazione degli abitanti dell'edificio?